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CONFERME CONGOLESI


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Conferme congolesi
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Conferme congolesi

La tragica fine di Mister H[1] è venuta a confermare quanto dicevamo nell’ultimo numero. Dando per ammesso (cioè per ipotesi alla quale non crediamo) che l’ONU, in quest’anno e mezzo, sia intervenuto nel Congo nell’umanitario proposito di favorirne uno sviluppo ordinato e una sistemazione interna razionale, ha fatto due volte fallimento: ha impedito che le forze genuinamente popolari creassero con le proprie energie uno stato unitario ed anzi ha favorito la formazione di tendenze centrifughe e secessioniste; è poi ricorsa alla forza, in veste di poliziotta internazionale, quando queste tendenze si erano consolidate, e si è mostrata ancora più debole degli avversari. Mister H è stato la vittima più o meno sinceramente compianta di una politica che pretende d’essere di magnanimo aiuto alle ansie di indipendenza dei popoli e che è solo di controllo poliziesco dei loro movimenti. Non volle la «violenza» delle forze alle quali era affidato, almeno a breve scadenza, l’avvenire del Congo: è caduto sotto quella delle forze retrograde che prima lasciò scatenarsi, poi tentò o finse di tentar di reprimere. L’ONU zimbello di Ciombe: oh, grandezza degli istituti internazionali di conciliazione e arbitrato!

Ma il fattaccio ha rivelato qualcos’altro. Con Ciombe non solidarizzano soltanto i belgi per ovvie ragioni d’affari: lo guardano con tenero affetto sia i francesi attraverso il loro burattino di Brazzaville, l’ex-abate ed ora presidente della Repubblica Centrale Africana Youlou, sia gli inglesi i quali hanno scoperto che anche loro possiedono «un Katanga», la vicina Uganda, e che in ogni caso hanno sicuramente interessi finanziari nelle ricche terre di Ciombe e interesse politico che il «disordine» non dilaghi nelle due Rhodesie o nel Kenya. L’ONU zimbello di potentati finanziari bianchi e di negri venduti ai bianchi: volevate un’altra conferma del marxismo?

Notes
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  1. Ancora oggi, a distanza di decenni dalla morte irrisolta del segretario generale delle Nazioni Unite Dag Hammarskjöld («Mister H») e di altre 15 persone in un incidente aereo avvenuto in Africa centrale nella notte del 18 settembre 1961, continuano a circolare numerose speculazioni. (sinistra.net)

Source: «Il Programma Comunista», 4 ottobre 1961, Anno X, № 18

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